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lunedì 14 maggio 2012

Marcia silenziosa della pace



La scuola è sacra!
La scuola non si tocca!
La scuola è il primo presidio di legalità e di democrazia.
La scuola custodisce il nostro tesoro più prezioso: i nostri giovani.
La scuola è e deve restare il luogo più sicuro, dove si costruisce il futuro di un Paese intero.




Ciò che è accaduto a Brindisi è un episodio orribile, un attacco spietato allo stato ed alle istituzioni democratiche. Il luogo scelto, riporta alla memoria le pagine più nere degli anni novanta, di una criminalità che assume le forme del terrorismo.
In questi giorni i giornalisti cambiano i titoli parlano di criminalità organizzata, di mafia, di terrorismo, del gesto isolato di un folle, poi ricambiano.
L’informagiovani di San Giorgio a Cremano esprime vicinanza e solidarietà ai parenti della vittima, ai ragazzi colpiti e feriti ed alla città di Brindisi. Inoltre speriamo in una risposta forte e unanime, da parte dello Stato e dei cittadini e di tutte le forze politiche e sociali.
L'impegno contro le organizzazioni criminali di qualsiasi origine, come quello contro i segnali di un ritorno terroristico violento, deve essere massimo e pertanto è indispensabile fornire più risorse e più strumenti idonei alle forze dell’ordine ed alla magistratura.
Venerdi 25 alle h.10.00 da Piazzia Vittorio Emanuele a Piazza Troisi partirà una marcia silenziosa per esprimere la vicinanza alle vittime e alle loro famiglie e dire no a qualsiasi forma di violenza.


Francesco Profumo

Riflettiamo su:
- La violenza  è il linguaggio dei vigliacchi

- Un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità

- La mafia teme più la scuola della giustizia. 
  L'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa

- La mafia non è affatto invincibile.
  È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine.”

- Un Paese che ha scuole-bersaglio si sta smarrendo…



" Care ragazze e ragazzi,

vi scrivo come Ministro, come padre ma soprattutto come italiano a voi che rappresentate il futuro del nostro Paese. Oggi siete stati selvaggiamente colpiti, per la prima volta nella nostra pur travagliata storia unitaria e repubblicana, davanti ad un edificio pubblico nel quale vi stavate recando sicuri di essere protetti, per imparare a diventare cittadini. Capisco dunque che dentro ciascuno di voi e tra i vostri amici e compagni di classe possa nascere, assieme al dolore per la morte assurda della vostra compagna, un sentimento di sgomento per essere stati aggrediti lì dove non doveva succedere. Il vostro sgomento è quello di tutti. Colpire da vigliacchi una scuola è infatti colpire l’Italia intera, perché lì si forma il suo futuro. Dovete credermi, sento profondamente questa responsabilità e con me tutto il Governo e l’Italia intera. Faremo di tutto perché una cosa del genere non succeda mai più, affinché voi entrando nella vostra scuola pensiate solo ai compiti e allo studio, alle amicizie e allo sport. Immagino vi siano dentro di voi sentimenti come dolore e rabbia: non abbiate paura di averli. Oggi sono naturali. Solo vi dico e vi chiedo di non cedere ad essi, pensando di essere soli. Non lo siete. Siete invece la parte più importante di una grande comunità sulla quale potete contare, a partire dai vostri insegnanti e dal personale che lavora nella scuola. Sulla forza e sulla saldezza di questa comunità che ha in voi il suo futuro potrete fare affidamento affinché domani questi sentimenti possano lasciare il posto alla speranza e alla fiducia. Speranza che il Paese nel quale vivete diventi sempre più a vostra misura e sempre meno ceda spazio a illegalità e violenza. Noi sapremo unirci: voi potete contare su di noi. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni lavorerò ad iniziative in questo senso. Vi dimostreremo che i terribili fatti di oggi sono un segno di debolezza e non di forza di chi li ha compiuti. Vedrete che non sarete lasciati soli. A presto"


Link utili per approfondire











1 commenti:

Daniela ha detto...

"Naturalmente, non ci si deve illudere: la lotta sarà lunga e difficile ed è prevedibile che sarà versato il sangue di altri fedeli servitori dello Stato, colpevoli di aver compiuto il proprio dovere, in un contesto in cui non tutti si comportano allo stesso modo". Così scriveva Giovanni Falcone in una profetica lettera datata 11 febbraio 1983.

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